giovedì 15 dicembre 2022

Che tipo di persona avrebbe potuto consolare Gesù?


Che tipo di persona avrebbe potuto consolare Gesù?

Qualcuna delle persone intorno a Gesù cercò di difenderlo? 

Non c’è nemmeno una testimonianza che riporta questa devozione. Gesù fu maltrattato e perseguitato dagli stessi membri della sua famiglia perché non capivano assolutamente chi era. Anche senza considerare che era il Re dei re e il figlio di Dio, Gesù fu almeno trattato bene come un bambino comune?

Il buon senso direbbe che persino nelle feste o nelle occasioni speciali nessuno faceva dei vestiti o dei doni speciali e li regalava a Gesù. I fratelli e le sorelle che erano più favoriti da Giuseppe forse avranno ricevuto qualcosa, ma persino Maria non se la sentiva di far arrabbiare Giuseppe dando qualcosa a Gesù. Naturalmente Gesù avrà desiderato indossare i vestiti speciali e mangiare il cibo speciale di quel tempo, come fanno tutti, ma nessuno glieli dava.

Sicuramente Gesù sapeva di essere speciale. Sentiva quello che le persone intorno a lui pensavano sul suo conto, ma l’immagine che aveva di se stesso era totalmente diversa. Sin da piccolo non poté mai parlare apertamente come voleva. L’unica consolazione che poteva cercare era nella comunicazione con Dio, e passava la maggior parte del tempo a pregare Dio cercando la Sua guida. Di conseguenza in questo periodo Gesù divenne sempre più forte e le circostanze lo costrinsero a seguire un’unica direzione – verso Dio e la realizzazione del Suo ideale. Lui sapeva che il pensiero dell’umanità era profondamente diverso da quello di Dio e che doveva essere corretto; sapeva anche che la società non capiva nulla di ciò che Dio voleva e che egli stesso avrebbe dovuto cambiarla. A causa delle sue circostanze avverse, Gesù pregava intensamente Dio, al punto in cui Dio poté parlargli ed insegnargli di cosa avrebbe avuto bisogno per il suo lavoro futuro.

In quelle circostanze, pensate che durante gli anni di Gesù sulla terra qualcuno celebrò il suo compleanno con gioia? 

Man mano che Gesù cresceva e conosceva sempre più chiaramente chi era Dio e quale avrebbe dovuto essere la sua missione, il suo cuore diventava sempre più pesante e più angosciato e il suo ambiente diventava sempre più difficile da sopportare.

L’amico più prezioso per Gesù sarebbe stato qualcuno che fosse andato da lui, non con tanti regali o parole di congratulazione, ma piuttosto con un cuore addolorato per consolarlo della sua situazione e per discutere con lui su cosa avrebbe fatto in futuro. Se ci fosse stata un persona così, allora Gesù sarebbe stato molto più felice che se qualcuno fosse andato da lui con dei regali. Questa persona avrebbe potuto essere uno dei suoi fratelli o sorelle. Conoscendo la sua sofferenza nascosta, questa persona avrebbe potuto portare anche solo un piccolo pezzo di torta avvolto in un fazzoletto per darlo a Gesù nel suo compleanno dicendo: 

“La gente non ti capisce, ma io cercherò di aiutarti. Non devi essere deluso.” 

Gesù certamente avrebbe accolto questa persona molto più di qualcuno che fosse venuto con un regalo fantastico per lui e poi se ne fosse andato via. Se ci fosse stato un fratello o una sorella così nella sua famiglia, Gesù lo avrebbe ricordato per tanto tempo e avrebbe parlato di questo.

Quando Gesù si sentiva abbattuto, doveva pregare Dio più intensamente e Dio, commosso dalla sua fervida preghiera, gli insegnava: 

“Più tardi diventerai grande in questo modo e salirai a questa particolare posizione.” 

Questo è il modo in cui, comunque, doveva essere, con Dio che diceva a Gesù tante cose dettagliatamente. Grazie a queste esperienze, Gesù sapeva che Dio era il suo migliore amico e quello più vicino a lui, ben diversamente da Giuseppe o Maria, o persino dai suoi fratelli e sorelle.

Gesù era molto serio quando pensava alla situazione della sua nazione a quel tempo e pregava su come cambiare le cose. Sapeva cosa Dio aveva nel Suo piano per lui, per gli Israeliti e per tutta l’umanità. Dio è spirito, ma Gesù, avendo un corpo, poteva capire la situazione che esisteva nel mondo e sapeva che lui doveva essere il punto centrale per riportare quel mondo a Dio. Non pensate che desiderasse tanto che qualcuno gli mostrasse un po’ di comprensione o che volesse sentire anche solo una parola d’amore per lui, sapendo che senza di lui nessuno sarebbe potuto ritornare a Dio? Gesù desiderava tanto sentire il sommo sacerdote dire: 

“Dobbiamo prepararci a riceverti, perché questo è l’unico modo per noi di ritornare a Dio”.

Conosciamo qualcuno che capì e disse questo? Alla fine le persone non lo capirono e, di conseguenza, Gesù fu crocifisso. Quando Gesù morì sulla croce era incredibilmente abbattuto. Gesù fu ridotto alla disperazione assoluta dalla mancanza di comprensione da parte della gente, ma come deve essersi sentito Dio che lo perdeva sulla terra, e che avrebbe dovuto ancora una volta fare una preparazione per migliaia di anni per mandare il Messia?

Quando Gesù sulla croce era nell’angoscia più profonda, il sentimento di Dio corrispondeva esattamente al suo. Non ci poteva essere assolutamente nessuna differenza. Quando siete veramente indignati e assolutamente furiosi dentro di voi, potete anche solo pensare di dare felicità o benedizioni? Quando qualcuno si avvicina a voi in quel momento, vi sentite di essere generosi e di aprire il vostro cuore? Questo è esattamente il sentimento che provava Dio mentre osservava Suo figlio morire sulla croce.

Capendo questo, sappiamo quale dolore profondo è causato a Dio dalla convinzione tradizionale delle chiese cristiane che Gesù è venuto per morire. Come ho detto, è il nostro rapporto con Gesù vivente che ci fa entrare in comunione con Dio. Perciò la nostra salvezza viene attraverso la resurrezione e il nostro rapporto con Gesù risorto, non attraverso il sangue della croce. Eppure, persino la resurrezione non ha potuto assolutamente ripagare il danno arrecato dalla crocifissione desolata di Cristo. La volontà suprema di Dio era che il popolo scelto di Dio si unisse a Gesù nel fisico e andasse con lui a realizzare il Regno di Dio sulla terra. La sua morte bloccò la provvidenza per la restaurazione del mondo e rese necessario un Secondo Avvento.

In questa situazione disperata, Gesù capì l’importanza di ciò che era successo e disse: “Io ritornerò”. Ora potete capire che non è possibile per Gesù tornare felicemente sulle nuvole e restaurare il mondo per magia? Quando milioni di persone cantano inni e si scambiano regali e si fanno gli auguri nel suo compleanno, Gesù scoppia di gioia ed è felice? 

Mentre ama la sua gente, rimane profondo nel suo cuore il ricordo doloroso di non essere riuscito a compiere quella parte della sua missione che avrebbe potuto realizzare se il popolo lo avesse accolto e consolato mentre era sulla terra.

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