martedì 17 dicembre 2019

La provvidenza di Dio nelle scritture: La volontà di Dio è salvare il mondo [6]


La volontà di Dio è salvare il mondo
Ultima parte
Se fossimo vissuti a quei tempi quanti di noi avrebbero saputo accettare delle affermazioni così straordinarie? Gesù sconcertava le persone; le sue parole risuonavano estremamente oltraggiose. Persino Giovanni Battista ebbe difficoltà a vedere Gesù come Figlio di Dio, proprio lui che avrebbe dovuto prepara-re le persone ad accogliere il Cristo e avrebbe dovuto appianare la strada al Signore. L’unico obiettivo di Gesù era quello di portare il Regno di Dio sulla terra a livello nazionale e mondiale e con questa determinazione nel cuore, che cosa pensate che avesse predicato? Avrebbe detto: “Fratelli, io sono il Figlio di Dio e ho molti doni e benedizioni in serbo per voi. Se vi unite a me vi darò cose confortevoli, una vita agiata e abbondanti benedizioni. Vi renderò re potenti nel mondo”? O non avrebbe detto invece: “Fratelli, anche se voi ed io dovessimo essere sacrificati, Dio vuole salvare il mondo. Diventiamo quei campioni che possono salvarlo”.
Oggi è molto facile accettare Gesù Cristo come Figlio di Dio perché per 2000 anni il Cristianesimo lo ha glorificato come Dio. Ma a quel tempo gli anziani non lo accettarono e neppure i sacerdoti. Loro non erano meno intelligenti di noi oggi. Infatti, se fossimo vissuti ai tempi di Gesù, noi stessi avremmo probabilmente commesso gli stessi errori fatti da loro. Le personalità del suo tempo videro in Gesù solo un vagabondo, un blasfemo e un oltraggioso eretico. Non riuscivano a vedere in lui il Figlio di Dio.
Gesù era stato atteso a lungo, in Israele aspettavano il Messia da 2000 anni, ma quando egli finalmente apparve non fu ricevuto. La fede del popolo di Israele a quel tempo non era meno forte e meno sincera della fede dei cristiani oggi. Tuttavia noi sappiamo che le persone che frequentavano Gesù non erano certo allo stesso livello del resto della società: era circondato da poveri pescatori, prostitute e collettori di tasse. Conosciamo l’episodio in cui, un giorno, una giovane donna versò il suo unguento prezioso sul capo di Gesù e gli lavò i piedi asciugandoli con i suoi capelli. Se avessimo veduto queste cose, quanti di noi potrebbero dire onestamente che avrebbero accettato Gesù come Figlio di Dio?
Gesù fece delle affermazioni a causa delle quali era prevedibile che sarebbe finito sulla croce. Disse che chi amava la propria famiglia più di lui, non era degno di lui e questo voleva dire ripudiare tutti. Perciò tutti gli si opposero perché videro in lui una persona che incoraggiava la divisione delle famiglie; lo consideravano un distruttore dei legami familiari e sociali.
I tre anni di ministero pubblico di Gesù furono molto diversi dal Messianismo che era stato predetto e che ci si aspettava. Nessuno comprese la vera missione del Cristo. Le persone giudicarono il Figlio di Dio da un punto di vista sbagliato, e secondo uno standard troppo terreno, così finirono per trattarlo come piacque a loro.
Nella città di Gerusalemme a volte Gesù si arrabbiò contro il comporta mento immorale della gente tanto che in un momento di impeto arrivò persino a rovesciare i tavoli dei cambiavalute che mercanteggiavano nel tempio. Secondo il codice civile avrebbe dovuto essere arrestato e nessun tribunale avrebbe potuto prenderne le difese. Ma per la legge di Dio, Gesù non aveva commesso alcun peccato. La legge civile non è la legge celeste e questo mondo pie no di peccato non avrebbe mai potuto accogliere la purezza del Cristo.
Come ho già detto, tutti i santi, i profeti e gli uomini giusti della storia dovettero prima di tutto negare se stessi e affidarsi totalmente a Dio. Quando Lui li chiamava essi doveva no lasciare le loro case, i loro beni, le loro famiglie, la loro nazione. Dio vuole dei campioni a livello individuale, familiare, tribale, nazionale e mondiale. Ha chiamato i Suoi campioni ad ogni livello e la qualifica per essere campioni di Dio ad ogni livello rimane sempre la stessa: devono avere l’assoluta e instancabile fede necessaria per seguire il Suo comandamento in qualunque direzione questo li conduca. Dio ha bisogno di persone di totale obbedienza alla Sua volontà.
Dobbiamo esaminare quindi qual è la volontà di Dio. Perché fa passare dei momenti così difficili al Suo popolo? La salvezza dell’individuo è certamente importante agli occhi di Dio ed Egli non la trascura affatto, però questa non è lo scopo ultimo del Suo lavoro. La volontà di Dio è la salvezza del mondo Dio ha bisogno di una persona che si qualifichi come Suo campione per la realizzazione della meta finale che è appunto la salvezza del mondo. Dio ha chiamato una famiglia affinché fosse uno strumento di salvezza, poi ha chiamato un popolo per questo stesso scopo. Egli vuole avere una nazione che sia nella posizione di Suo campione e che completi la salvezza del mondo.
Le persone al tempo di Gesù stava rio ansiosamente aspettando il Messia, ma molti pensavano solo alla loro gloria nazionale. Non capirono l missione universale di Gesù Cristo Lo scopo di Dio era di mandare i Messia in mezzo al popolo scelto d Israele cosicché egli potesse unirsi quel popolo. Insieme sarebbero diventati dei soldati della fede, che avrebbero combattuto per la salvezza del mondo. La fondazione per ricevere il Messia era stata posta da Giacobbe, il campione a livello familiare, e da Mosè, campione di un intero popolo. Il Messia che venne in Israele, doveva essere il campione di Dio a livello nazionale e mondiale.
Lo scopo di Dio non è la salvezza di una singola chiesa o di una singola nazione: la Sua volontà è sacrificare il più piccolo per il più grande. Perciò sacrificherà la chiesa o la nazione singola per uno scopo mondiale. Se oggi i cristiani pensano solamente alla loro propria salvezza, al loro paradiso e alloro benessere, allora non stanno vivendo in accordo allo scopo di Dio. Se ci preoccupiamo solo della salvezza delle nostre famiglie, non siamo degni di ricevere la Sua bene dizione. Se le persone lavorano sola- mente per il beneficio della loro pro pria nazione, stanno andando contro la volontà di Dio.
Dio vi darà la vostra salvezza: quando diventerete Suoi campioni per la salvezza del mondo, allora anche la vostra salvezza individuale sarà assicurata. I cristiani sono probabilmente un settimo della popolazione mondiale, ma fra loro molto pochi so no veramente dei cristiani devoti. E fra i devoti quanti lottano seriamente per la salvezza dell’umanità? Dobbiamo dedicare tutto noi stessi alla salvezza del mondo.
Dio non può essere contento di noi se viviamo troppo centrati su noi stessi. Io incontrai Gesù personalmente e ricevetti una rivelazione da lui, attraverso la quale mi resi conto di quanto è grande il dolore di Dio. Il Suo cuore è spezzato. Oggi Dio sta lavorando incessantemente per la salvezza finale di tutta l’umanità. Lui ha bisogno del Suo campione perché questo lavoro abbia successo. Lo scopo della chiesa di Dio è quello di salvare il mondo intero. La chiesa, Israele di Dio, è lo strumento di Dio, e proprio questo è ciò che è stato dimenticato al tempo di Gesù.
Nel periodo dell’Antico Testamento gli uomini facevano delle offerte a Dio attraverso le cose della creazione. L’offerta doveva essere fatta su base nazionale con il Messia come simbolo del sacrificio universale per l’umanità. Perché è necessario il Messia come consumazione fisica del sacrificio? Gesù Cristo come Messia venne per essere il sacrificio sull’altare della nazione di Israele, ma aveva bisogno degli uomini per completare il sacrificio perché erano proprio loro che ne dovevano beneficiare, non il Messia. Egli non viene per se stesso, ma per l’umanità. Il Messia universale venne nella posizione di Israele, l’altare universale, e il popolo doveva unirsi a lui totalmente per fare l’offerta insieme. Ma quell’unità non si creò: Gesù fu offerto come sacrificio sull’altare, ma non c’era nessuno ad offrire quel sacrificio a Dio. Non c’era nessuno unito a Gesù.
Qual era la differenza tra Gesù e gli agnelli che venivano offerti all’Era dell’Antico Testamento? Gli agnelli erano ignoranti, ma Gesù era pienamente consapevole del peccato che l’umanità aveva commesso e di ciò che era necessario per purificarlo e, allo stesso tempo, come offerta lui sentiva un profondo dolore. Prima di Gesù né l’offerta, né gli uomini che la facevano comprendevano pienamente la necessità di offrire un sacrificio e neppure erano consapevoli di qual era il peccato dei loro antenati, ma con Gesù era l’offerta stessa che conosceva la profondità del peccato umano.
Come ha potuto Gesù diventare un’offerta? Mostrando, con la sua vita, il cammino che tutta l’umanità dovrebbe intraprendere. Infatti Gesù voleva ardentemente dire: “Ciò che io sto facendo adesso è proprio quello che voi stessi dovreste fare, ma poiché non capite io devo mostrarvelo”. Che tipo di vita ha con dotto Gesù? Lottava forse con gli altri o ostentava il suo potere? Non era la conoscenza intellettuale che lui cercava di trasmettere alle persone: il suo insegnamento era molto più profondo. Di certo non offriva ricchezze, ma mostrava la via del cielo. Quale fu il suo modo di vita? Fu quello di sacrificare se stesso e di portare il vero amore. Perché la sofferenza e il sacrificio sono stati necessari? È per lo stesso motivo per cui, in questo mondo, qualcuno soffre dopo aver fatto qualcosa di sbagliato. Noi abbiamo violato così enormemente la legge dell’ideale di Dio da render ne impossibile la realizzazione stessa, e per compensare questa trasgressione dobbiamo soffrire. Il Regno dei Cieli e l’amore tra uomo e donna venne perso e Gesù ci fece capire che esso non potrà essere mai riconquistato senza pagare un prezzo: ciò che ci mostrò fu come sacrificarci. Perché fu necessario il suo e l’altrui sacrificio? A prezzo della sua sofferenza Gesù voleva mostrarci come superare il peccato.
Pensate che i peccatori si rallegrarono avendo finalmente incontrato l’uomo che poteva liberarli dal peccato? Gesù portò con sé tutto l’amore che era stato perduto, ma all’avvento del Messia, quale reazione è più prevedibile che venga da parte delle persone? Potrebbero essere semplicemente felici, dimenticando tutto ciò che hanno fatto, o dovrebbero superare un grande conflitto di sentimenti prima di sentirsi degne di andare verso il loro salvatore? Potrebbe una persona ignorare ciò che ha fatto di male e andare dal suo salvatore molto serenamente, o dovrebbe invece sentire tanto rimorso per i gravi peccati del passato da non sapere neanche come comportarsi? E’ più probabile che, rendendosi conto della vastità del suo peccato, chiunque tremerebbe al solo pensiero dell’incredibile differenza che c’è tra se stesso e il Messia.
Il sacrificio della croce
Quando il Messia viene per risolvere il peccato, è forse il peccatore ad andare da lui per dirgli cosa deve fare? Invece di dire a Gesù cosa deve o non deve fare, il nostro sentimento dovrebbe essere di profondo rispetto, tanto da non sentirci degni neppure di parlargli. Dopo averlo visto, la prima cosa che dovremmo sperimentare dovrebbe essere quella di versare tante lacrime da non riuscire più neppure a distinguere cosa c’è intorno a noi.
Dopo la caduta, l’umanità si trovò nell’oscurità più profonda e non seppe più cosa fare; così le lacrime versate alla vista di Gesù dovrebbero essere così abbondanti da non per- metterci di vedere odi fare qualcosa. Ma, contemporaneamente, dovremmo sentirci anche ripieni di speranza.
Ai tempi dell’Antico Testamento le persone facevano delle offerte a Dio senza conoscerne il significato, ma Gesù si sacrificò per l’umanità nella piena consapevolezza di morire per essa. Se un uomo o una donna sono disposti a morire per il Messia, in quel caso la morte effettiva potrebbe anche non essere necessaria. Questo è stato un valore tradizionale nel Cristianesimo, ma possiamo chiaramente vedere che, paragonato a questo standard, il Cristianesimo moderno ha deviato dall’insegnamento di Gesù.
Noi possiamo rivivere quando siamo totalmente disposti a sottomettere noi stessi e a morire senza fare domande. Se una persona è disposta a morire, allora quella persona vivrà e potrà dimorare in cielo. Questo è ciò che Gesù insegnava. Guadagnarci la nostra vita tuttavia è solo l’inizio: poi dobbiamo morire per il resto del l’umanità, creando con tutti gli uomini una relazione tale al punto che essi siano disposti a morire per noi. Su quella fondazione potremo andare in cielo.
Che cosa sarebbe accaduto se tutti gli apostoli si fossero offerti di essere crocifissi al posto di Gesù? Come si sarebbe sviluppata la storia del mondo? Pensate che Dio avrebbe re- suscitato solo Gesù e non i suoi apostoli? No, Dio è imparziale e ama tutti e certamente avrebbe resuscitato anche loro. Sarebbero forse ascesi al cielo con Gesù? Gli apostoli non avrebbero abbandonato il mondo, ma sarebbero ritornati con Gesù e avrebbero aiutato tutti gli uomini in terra a rivivere. Prima della caduta gli angeli erano costantemente in comunicazione con il mondo umano sulla terra e gli apostoli avrebbero potuto avere la stessa possibilità.
Perché Gesù ascese al cielo da solo? Perché non ci fu nessuno disposto a morire con lui. Se tutti avessero avuto questa disponibilità, Dio avrebbe innalzato l’intera nazione in cielo insieme a Gesù? Forse, ma poiché il Suo scopo è quello di salvare il mondo, Dio probabilmente avrebbe deciso di creare il cielo sulla terra proprio in quel momento. L’influenza di Israele si sarebbe espansa in tutto il mondo nel giro di poco tempo e se ciò fosse accaduto la storia umana avrebbe raggiunto in breve il suo apice e il Cristianesimo non avrebbe avuto una storia così piena di martiri. Dio avrebbe iniziato il Regno dei Cieli a quel punto e Gesù non avrebbe dovuto tornare di nuovo. Ma poi ché Gesù ascese al cielo da solo, fu necessario che anche i discepoli fossero martirizzati prima di andare in cielo e solo dopo questo poterono avere una profonda relazione con Gesù. Per 400 anni i cristiani dovettero letteralmente versare sangue. Molte persone si sono chieste per ché mai Dio richiedesse il martirio delle persone religiose ed ora è chiaro che tutta l’umanità doveva per correre lo stesso cammino di Gesù.
Quando Gesù fu crocifisso nessuno di quelli che lo avevano accettato era con lui. I sacerdoti e tutti i discepoli erano scomparsi: nessuno era là ad offrire Gesù come sacrificio sul l’altare. Un’offerta sacrificale viene presentata a Dio per la salvezza del l’umanità ma se non c’è nessuno presso l’altare ad accoglierne il beneficio, allora che valore ha l’offerta? L’unico modo possibile affinché il sacrificio potesse essere ancora valido era quello di considerare separati lo spirito e il corpo di Gesù.
In quella maniera il corpo di Gesù rappresentava la nazione, mentre il suo spirito prendeva la posizione dell’effettivo sacrificio. Essendo lo spirito di Gesù unito con Dio, egli rese il suo sacrificio accettabile ai Suoi occhi. L’offerta di Gesù fu accettata come offerta spirituale: il sacrificio che lui fece fu un sacrificio spirituale. Da allora in poi Gesù ha lavorato su quella base per stabilire la fondazione spirituale a livello familiare sociale, nazionale e mondiale fino a quando sarà possibile realizzare un’offerta fisica.
Poiché la nazione, nella sua totalità, non si unì a Gesù, non poté esse restaurata né poté diventare la nazione di Dio. La responsabilità di Gesù fu di riparare a tutto questo, perciò fece un grande sacrificio per preservare ed espandere la sovranità Dio. Con Gesù terminò l’era dell’Antico Testamento, quella in cui l’uomo poteva andare a Dio solo attraverso i sacrifici, ed iniziò una nuova era in cui Gesù stesso divenne il sacrificio. I cristiani desiderano essere uniti a Gesù e a Dio, cioè vogliono portare unità tra Gesù, Dio e tutti gli uomini: questo è lo scopo del Cristianesimo.
Partendo da questo principio affermano: “Amate Gesù Cristo più di chiunque altro. Solo così potrete trovare la salvezza, perché Gesù ha già stabilito la condizione per ottenere la salvezza spirituale e unendovi a lui potrete velocemente raggiunge re la meta”. Il Cristianesimo pone enfasi su come diventare uno in cuore con Gesù Cristo: questo è il nucleo centrale della sua fede e del suo credo. La nostra vita dovrebbe esse re parallela a quella di Gesù: questo è il segreto; dovremmo condivider ne persino il dolore. Quando lui è gioioso, dovremmo essere gioiosi, quando lavora duramente e la sofferenza lo opprime dovremmo sopportare questa sua sofferenza insieme a lui. Questo tipo di unità è l’ideale cri stiano.
Se i credenti costituiscono il corpo di Cristo, potrebbe esserci più di una chiesa? Ci sono molte diverse denominazioni e anche tipi diversi di Cristianesimo che indicano come il corpo di Gesù sia stato lacerato e questo non è accettabile agli occhi di Dio. Deve essere fatta un’ulteriore offerta sostanziale, universale, che non sia divisa tra corpo e spirito e questa deve essere fatta da un p0- polo unito che, insieme, offra un sacrificio vivente accettabile a Dio. Affinché possa servire come fondazione il Cristianesimo deve essere unito in un unico corpo: questa è la prima e più importante condizione da realizzare. Il cuore di Gesù Cristo è pieno di sofferenza nel vedere il suo corpo così vergognosamente diviso. Oggi il Cristianesimo è nella posizione del corpo di Gesù, ma quando c’è un’unica mente, come possono esistere 1000 corpi? Dovrebbero esser ci una mente e un corpo soli.
E voi chi siete?
Tutte le gerarchie esistenti nel Cristianesimo sono veramente l’unico corpo di Cristo? Può il papa proclamare di essere totalmente unito a Cristo e che la mente di Gesù e il corpo del papa sono una cosa unica?  Originariamente Dio voleva che il papa fosse l’unico corpo simbolico di Gesù, come rappresentante di tutti i cristiani del mondo.
In realtà c’è un distacco tra Gesù e gli uomini che non si riesce a colmare per quanto entrambe le parti cerchino di unirsi fra loro. Poiché la mente e il corpo di Gesù non furono sacrificati insieme 2000 anni fa, oggi è impossibile per i cristiani unirsi totalmente a Gesù. Un ulteriore, gigantesco passo è necessario per completare l’offerta universale profetizzata in cui il corpo e la mente di Gesù sono totalmente uniti per essere il sacrificio vivente sull’altare. Gesù venne per portare unità attraverso il suo sacrificio.
Dovete comprendere molto chiaramente una cosa: quando Gesù venne avrebbe dovuto forse essere lui ad unirsi al popolo o piuttosto avrebbe dovuto essere il popolo ad unirsi a lui in posizione di sacrificio? Voi chiedereste a Gesù di venire a voi, promettendo di aspettarlo con fede o gli direste: “Signore, rimani dove sei; io mi precipiterò da te”? Siamo noi che dobbiamo muoverci e agire: questo è ciò che Dio e Gesù si stanno aspettando da noi. Gesù non disse che si sarebbe pentito per noi e poi ci avrebbe portato il Regno dei Cieli mentre noi ce ne stavamo fermi. Egli disse: “Pentitevi, perché il Regno dei Cieli è vicino!” Noi siamo quelli che devono adattarsi; Gesù non venne per essere cambiato perché siamo noi a dover cambiare. Questo punto deve essere assolutamente chiaro.
Considerate la vostra situazione alla stessa maniera in cui Gesù considerava la sua. Attraversando la sua terra di Israele Gesù non pensava che essa appartenesse ad altri che a lui. Pensava: “Dio è il mio Dio, Israele è la mia nazione, questo è il mio popolo”. Il suo cuore era costante mente preso da questo intenso sentimento: avete voi lo stesso tipo di attitudine? Pensate: “Dio è il mio Dio, l’umanità è il mio popolo e io sono qui per salvarlo”?
Qual era la convinzione filosofica di Gesù? La sua preoccupazione era forse quella di mangiare e bere bene ogni giorno, trascorrendo pigramente la sua vita e pensando a come vi vere il più a lungo possibile? No. Gesù pensava: “Dio è il mio Dio. L’umanità sono i miei fratelli e il mondo intero sta aspettando di essere ricreato dal Figlio di Dio. Io sono qui per realizzare questa missione.” E Dio pensava allo stesso modo.
Gesù voleva donare la sua eredità al mondo cristiano, ai suoi fratelli e sorelle. Voleva dare ad ogni cristiano questa convinzione: “Dio è il mio Dio, l’umanità sono i miei fratelli e sorelle. Questa terra appartiene a me ed io sono responsabile di fronte a Dio di ricrearla secondo il Suo piano”.
Quei leaders di tante denominazioni diverse, che sono preoccupati solo di portare avanti gli obiettivi della propria chiesa, stanno percorrendo una strada sbagliata. Ciò che dobbiamo fare è ereditare la filosofia e l’ideologia di Gesù. Il denominazionalismo è come un blocco stradale per Dio: bisogna abbattere tutte le barriere del settarismo per poter arrivare veramente al cuore delle persone. Se i ministri della fede, che danno sermoni ogni domenica mattina, non sentono di poter parlare di Dio come del “mio Dio” o dell’umanità come del “mio popolo”, o del mondo come della “dimora” di un’unica famiglia umana, essi sono degli eretici. Sono degli imbroglioni se non sentono di parlare con convinzione di queste cose.
E voi chi siete? Sentite che Dio è il “vostro Dio”? Al di là dei confini del la vostra nazione, avete mai considerato tutte le terre come appartenenti a voi? Avete mai pensato: “Io sono responsabile di questa terra, devo investire tutto me stesso nella restaurazione di questa terra di fronte a Dio?” Questo è il tipo di religione che Dio ha sempre atteso. Dobbiamo sentirci totalmente responsabili, come se questo mondo ci appartenesse, poiché nessun altro si prenderà cura di esso. “Devo prendermi responsabilità per le chiese che oggi stanno sgretolandosi, per i giovani che hanno perso i valori morali. Io vedo il mondo crollare a causa del l’infiltrazione del comunismo perciò devo prendermi responsabilità per risolvere questa situazione”. Ognuno di noi dovrebbe pensare in questo modo.
Quando vi sdraiate dovete pensare di essere il corpo di Gesù che si riposa: “Il mio corpo è il corpo risorto di Gesù, io sto facendo rivivere il respiro di Gesù che fu soffocato 2000 anni fa”. Considerandolo alla luce della Bibbia, vi sembra riprovevole tutto questo? Assolutamente no. La Bibbia ci insegna a diventare “uno” con il corpo di Gesù. Gesù proclamava:
“Io sono nel Padre e il Padre è in me”, “voi siete in me e io sono in voi”, intendendo dire che ognuno di noi poteva diventare un rappresentante del Messia, una parte di lui. Diventare la manifestazione fisica del Messia è l’essenza dell’ideologia di Dio e di Gesù. Dio creò ogni uomo perché fosse un messia: finché esistono persone che hanno bisogno di essere salvate è necessario un messia.
Rev. Sun Myung Moon
Fine

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